Secondo Aristotele, perché si dia una contraddizione vera e propria e non solo apparente devono essere rispettati determinati criteri: la contraddizione deve darsi, ad esempio, “sotto lo stesso rispetto, in relazione alla stessa cosa, nello stesso modo e nello stesso tempo” (Confutazioni sofistiche 5, 167a 23-7). Alla luce di ciò, quale tra i seguenti argomenti ha come conclusione una contraddizione genuina e non solo apparente?

In un passo delle Categorie (10, 13b27-33), Aristotele sostiene che, se Socrate è morto e non esiste più, ogni enunciato affermativo che abbia come soggetto Socrate sarà falso (es. ‘Socrate è pallido’) e ogni enunciato negativo che abbia come soggetto Socrate sarà vero (es. ‘Socrate non è pallido’). Considera ora un soggetto qualsiasi, Mario, e un generico enunciato affermativo che attribuisce a Mario una proprietà qualsiasi, come ‘Mario è timido’. In base al principio appena esposto, consegue che (sono possibili più risposte)