Membri della Bulè, se qualcuno di voi ritiene che muoiano più persone di quanto sia opportuno, pensi che questo si verifica ovunque al cambio dei regimi; ed è inevitabile che, qui da noi, siano più numerosi i cittadini ostili agli autori del passaggio all’oligarchia, perché la nostra città è la più popolosa tra quelle greche e perché il popolo è vissuto per più tempo in condizioni di libertà. Noi, però, riconoscendo che per uomini del nostro stampo la democrazia è una forma di governo negativa e che per gli Spartani, che ci hanno salvato, il popolo non potrebbe mai provare sentimenti di amicizia, mentre la parte migliore dei cittadini resterebbe sempre loro fedele, ebbene, per tutte queste ragioni stiamo istituendo questo regime, in accordo con Sparta. E nel caso ci accorgessimo che qualcuno si oppone all’oligarchia, lo eliminiamo, per quanto è nelle nostre facoltà: e ci appare giusto, di gran lunga più che in altri casi, che se qualcuno tra noi stessi reca danno al presente regime, venga punito per questo. Ebbene, in questo momento ci stiamo rendendo conto che Teramene, qui presente, cerca di rovinare noi e voi con in mezzi che ha. Per capire che questo è vero: se ne prenderete consapevolezza, vi renderete conto che nessuno più di Teramene contesta il presente stato di cose o si oppone di più quando vogliamo eliminare qualcuno dei politici. Se questa fosse stata fin da principio la sua posizione, sarebbe stato un nemico, ma non lo si sarebbe potuto considerare a buon diritto malizioso; ma sta di fatto che, dopo aver posto personalmente le basi del rapporto di fiducia e amicizia con Sparta, e personalmente quelle della demolizione del regime democratico, dopo aver spinto perché puniste quelli che per primi venivano sottoposti al vostro giudizio, ora che noi e voi siamo manifestamente entrati in conflitto con il popolo, non è più soddisfatto di quello che accade, per poter rimanere in posizione sicura, mentre a pagare per quel che viene fatto siamo noi.

Ragion per cui egli deve pagare non solo come nemico, ma anche come traditore nostro e vostro. E il tradimento è tanto più grave del conflitto aperto quanto è più difficile guardarsi da un pericolo invisibile che da uno manifesto, e più spregevole nella misura con i nemici si fa la pace e si ristabilisce un rapporto di fiducia, mentre con chi si colga a tradire nessuno ha mai fatto la pace né concesso in seguito fiducia da quel momento in avanti.