I dialoghi trasmessi all’interno della prima tetralogia sono strettamente connessi con l’accusa, il processo e la morte di Socrate. Abbina il dialogo con il momento in cui è ambientato.

La dottrina platonica dei generi sommi (Essere, Identico, Diverso, Movimento, Quiete) ci è nota principalmente grazie a:

Considera il seguente testo, tratto dal Sofista (258 C 6 – D 6):

Straniero: “Sai che abbiamo disobbedito a Parmenide andando molto al di là del suo divieto?”. Teeteto: “Perché mai?”. Str.: “Noi, ricercando ancora oltre, gli abbiamo dimostrato più di quello che lui aveva proibito di indagare”. Teet.: “In che modo?”. Str.: “Perché lui dice: ‘Infatti, non si potrà mai forzare questo: che le cose che non sono siano; / ma tu trattieni il pensiero da questa via di ricerca’”. Teet.: “In effetti dice così”. Str.: “Noi, invece, non solo abbiamo dimostrato che le cose che non sono sono, ma abbiamo anche mostrato quale si dia il caso che sia la forma di ciò che non è (eidos […] tou mē ontos)”.

Qual è il genere sommo con riferimento al quale è possibile comprendere e spiegare “ciò che non è”?

Il Filebo è un dialogo di Platone dedicato in gran parte alla dottrina del piacere; tuttavia, l’argomento edonistico e morale è trattato facendo uso di un’altra disciplina. Quale?

Alla fine del breve mito escatologico con cui Platone avvia alla conclusione il Gorgia, si legge (523 D 5 – E 4): “Innanzitutto – disse (scil. Zeus) – è necessario che essi (scil. gli uomini) cessino di conoscere in anticipo la morte, poiché per il momento la conoscono in anticipo. […] Poi, è necessario che siano giudicati spogliati di tutte queste cose; infatti, bisogna che siano giudicati da morti. E anche il giudice dev’essere nudo e morto, contemplando con l’anima stessa direttamente l’anima stessa di ciascun defunto”.

Perché Zeus dà queste disposizioni?